22 Novembre 2024

RossoneroBlog

Fatti ed opinioni su AC Milan

Supercoppa: Milan-Inter 0-3

Urge un cambiamento ma su tutti i livelli.

La mia analisi oggi arriva accompagnata da un fondo di tristezza.

Sì, non è incazzatura ma è tristezza. Se avessimo perso un derby combattendo la sconfitta l’avrei digerita meglio ma quello che ho visto ieri sera è stato un pugile in piena forma che ha suonato l’altro salito sul ring già drogato, al quale prima hanno ripetuto che era forte e che aveva le possibilità di vincere l’incontro … e lui se l’è bevuta.

Aldilà della consueta prestazione orrenda di Tatarusanu, “l’uomo dal braccino corto” per parafrasare il titolo di un vecchio film con Frank Sinatra (L’uomo dal braccio d’oro) e che anche ieri sera ha dato la netta sensazione che al suo posto Maignan su tre goal forse ne avrebbe preso uno solo, tutta la squadra ha fatto acqua da tutte le parti con le eccezioni di pochissimi singoli.

Parliamo prima degli aspetti tecnici e poi affrontiamo il nocciolo del problema.

Come sempre le statistiche non mentono:

14 tiri in porta dei rossoneri contro 12 dei nerazzurri ma l’Inter ha centrato la porta metà delle volte (6 tiri su 12) mentre il Milan meno di un quarto (3 su 14) e quasi sempre in bocca a Onana. 35% il possesso palla dei nerazzurri e, guardando la partita, molto più efficace dello sterile 65% rossonero fatto di molti passaggi laterali o all’indietro per fare in modo proprio di mantenere il controllo della palla ma senza avere idee e visione di gioco.

Dal canto suo invece l’Inter ha sviluppato un gioco veloce, fatto di passaggi rapidi e lunghi con cambi di fronte. Di Marco è stato spesso una spina nel fianco di Calabria e, ahimè tocca dirlo, Dzeko e Lautaro hanno fatto la loro bella parte.

I nostri ragazzi sono apparsi appunto come quel pugile drogato di cui ho parlato all’inizio.

Sbalestrati in difesa con Calabria in affanno spesso su Di Marco o chi capitava da quelle parti, con Kjaer non ancora al 100% , Tomori spesso in ritardo e Theo … non pervenuto.

Il terzino francese ha cominciato a dare segni di risveglio dopo il secondo goal che abbiamo subito ma alla fine non è stato efficace come sappiamo che può essere.

Ho avuto la netta sensazione che i due centrocampisti, Bennacer e Tonali, non avessero la possibilità di fare nulla, ingabbiati costantemente nella rete centrale nerazzurra … e veniamo all’attacco.

Messias come se neanche fosse stato in campo, Leao non supportato da Theo (già tre partite che questa situazione si presenta ai nostri occhi) e quindi spuntato avendo i soli rifornimenti di Brahim Diaz, il più volenteroso di tutti e Giroud che ci ha messo del suo ma non gli è arrivata una palla decente.

I sostituti entrati a metà del secondo tempo non si sono visti:

Origi oggetto inutile e De Ketekaere pure. Onestamente ieri ero talmente depresso che mi sono perso le entrate di Dest e Rebic ma, non avendoli notato in campo, non hanno segnato differenze.

Questa è la descrizione tecnica della nostra squadra scesa in campo ieri sera.

A questo punto è chiaro che il problema del Milan è tutt’altro che un problema di stanchezza fisica o del fatto che il mercato estivo sia stato sbagliato.

È lampante che ci sia un problema di disunione all’interno della squadra. Nell’ultima settimana (leggere la mia analisi a freddo dopo Lecce-Milan) avevo sviluppato l’idea che non fosse un problema di stanchezza fisica ma di stanchezza mentale.

Lo avevo fatto sulla base di un semplice ragionamento: fino a prima del Mondiale i giocatori che avevano fatto tutte le partite di campionato e di Champions erano gli stessi che lo scorso anno avevano vinto lo scudetto.

Dato che era impossibile che di botto fossero diventati tutti brocchi e dato che Pioli tendenzialmente non stravolge l’assetto tattico della squadra, avevo dedotto che fosse un problema di stanchezza mentale.

Pioli e Calabria però anche nella recentissima conferenza stampa ci hanno assicurato che non è una questione di “pancia piena” … nessuno di quelli che hanno vinto lo scudetto hanno vinto altri trofei.

La forza del Milan recente è sempre stata l’unione e la coesione del gruppo. Abbiamo sempre osservato, a volte con meraviglia, come il gioco del Milan sia sempre stato una produzione corale di tutta la squadra e non dei singoli.

Ora abbiamo notato che parecchi “singoli” hanno rallentato e parecchio.

Perché?

Ovviamente non lo possiamo sapere ma fare solo ipotesi.

Come sempre un “evergreen“ è “Tata là dietro non infonde sicurezza “.

Come giustamente qualcuno ha fatto osservare, da quando l’Inter ha Onana in porta (e aggiungerei da quando ha messo Acerbi al posto di De Vrij) l’Inter ha accentuato ancora di più il suo gioco offensivo sulle fasce con Di Marco e Darmian e questo le consente di alimentare meglio gli attaccanti. Perché è evidente che Onana infonde più sicurezza ai difensori e quindi sia Di Marco che Darmian possono a turno staccarsi senza patemi d’animo ed attaccare.

Questo spiegherebbe l’involuzione di Theo, Kalulu e Tomori?

Si diceva “Kalulu è stanco e Tomori deve raddoppiare gli sforzi”. Dentro quindi Kjaer che è più “difensore” di Kalulu e pertanto Tomori può stare più tranquillo …. ma ieri sera si è fatto beffare da Lautaro sul terzo goal, quello che mi ha davvero ferito.

E Theo? Quale sarebbe la sua motivazione? Non galoppa in avanti come suo solito perché temono tutti che Tata possa prendere goal?

Un’altra questione è questa: io non sono un allenatore di Serie A e nemmeno delle serie inferiori ma se di fronte mi trovo un centrocampo a 5 perché insisto mettendo in campo 2 centrocampisti sapendo che in avanti ho Messias che non copre nulla, Leao altrettanto, Diaz fa quello che può e Giroud pure? Bennacer e Tonali sono stati soverchiati dal centrocampo nerazzurro e i difensori sono andati molte volte in affanno.

Perché non inserire Vranckx per fare compagnia ai 2 di centrocampo (garantirebbe più copertura) e togliere così Diaz? Perché non inserire De Ketelaere come esterno destro e invece si continua ad alternarlo a Diaz? De Ketelaere preferisce una posizione in cui può attaccare la porta, preferibilmente a destra e non è portato a fare copertura. Lo ha detto mlui e l’ho intravisto anche io. Perché Pioli no? Perché non cambiare il 4-2-3-1 in 4-3-3- conservando la medesima difesa, mettendo in mezzo i tre che ho menzionato prima e in attacco Leao, CDK e Giroud?

Ultima constatazione: lo ripeto ancora … non possono essere diventati tutti brocchi all’improvviso. Qualcosa è cambiato, voglio sperare che non sia nei rapporti tra i giocatori o tra loro e l’allenatore. Un cambiamento comunque è auspicabile. Stimo molto Pioli, un tecnico che ci ha portato letteralmente “dalle stalle alle stelle” in soli quattro anni, una persona che studia costantemente ma a questo punto un uomo che deve dimostrare di saper cambiare il volto al nostro Milan. Capisco che la società gli imponga degli obiettivi da raggiungere e capisco anche che la stessa società abbia degli obiettivi (economici) da raggiungere. Ma in entrambi i casi osare sarebbe la cosa più giusta da fare.

Una scossa alla squadra, rivoluzionando un pochino l’assetto tattico, inserendo più spesso i giocatori nuovi (un esempio su tutti: ma Thiaw? Esiste ancora?) motivandoli e facendo vedere ad alcuni più esperti (Origi, Rebic, Messias) cosa si deve fare e che se non si adeguano saranno protagonisti del prossimo mercato estivo.
Una scossa anche in società, permettendo a Paolo Maldini e Ricky Massara di fare capire all’Alta Direzione che bisognerà convincere qualche investitore in Red Bird ad immettere un pochino di capitale per essere protagonisti nel mercato.




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