Albertini e Tonali? Il paragone è d’obbligo. Perché anche Demetrio era arrivato dal Padova per giocare in una grande squadra. Così anche Sandro è arrivato da un Brescia destinato alla Serie B per giocare nel Milan della rinascita. Due giovanissimi in uno squadrone arrivati da piccole realtà. Attenzione: non sto paragonando le caratteristiche tecniche dei due. Albertini era un metronomo , elegante, preciso, professionale ma i tifosi e i media non riuscivano a sciogliersi davvero per lui. Per Tonali le caratteristiche sono differenti ma il trattamento riservato è il medesimo: si porterà dietro per sempre queste aspettative anche per l’importante cifra che il club rossonero ha speso per lui.
Però si devono fare anche dei distinguo: sappiamo benissimo che il nostro Sandrino deve ancora crescere e ancora migliorare e che questo è solo il suo primo anno nel Milan ma critica e tifosi, complice il fatto che Kessie è inamovibile dal centrocampo, vedono il centrocampista ex-Brescia come alternativa a Ismael Bennacer però Tonali ha caratteristiche più simili a quelle di Kessie che a quelle di Bennacer. E, guarda caso, anche Kessie che pur veniva dalla rivelazione Atalanta ci ha messo due anni a diventare un giocatore fondamentale del centrocampo milanista. Sandro è solo al primo.
Quello che invece dobbiamo dire è che se c’è un reparto fondamentale per il quale se gira a pieno regime il Milan diventa davvero una squadra potente è proprio il nostro centrocampo e Kessie, Tonali, Bennacer e Meité (inseritosi molto bene in questo reparto – le ultime partite lo dimostrano anche se spesso non gioca partite intere -) sono 4 giocatori che il prossimo anno renderanno questa squadra davvero forte.
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