1 Luglio 2024

RossoneroBlog

Fatti ed opinioni su AC Milan

Troppo tardi, caro Beppe Sala…

È notizia di qualche giorno fa dell’intervista rilasciata dal sindaco di Milano Beppe Sala nella quale dichiarava che Milan ed Inter non dovrebbero lasciare Milano per andare a costruire ognuno per sé uno stadio di proprietà alle porte della metropoli lombarda.

Si registra però un’ulteriore notizia, passata un po’ sottotono, che le stesse due società provvederanno all’esborso di 160.000 € per la messa in sicurezza di parte del terzo anello che sta perdendo i pezzi.

Perché alla fine la situazione è questa. Sala si è “improvvisamente” reso conto che Milan ed Inter (con più convinzione la prima e un po’ più indietro nei tempi la seconda) fanno sul serio ed andranno a costruire la propria casa rispettivamente a San Donato Milanese e a Rozzano (vedi immagine) e allora sta tentando il tutto e per tutto. È persino arrivato ad annunciare catastrofi di ordine pubblico quando verranno disputate le partite delle due squadre nei rispettivi stadi perché, secondo lui, le amministrazioni copmunali delle due cittadine non saranno in grado di fornire un numero di vigili urbani adeguato.

Nel ricordare a Sala che, come affermato dall’avvocato Felice Raimondo(preparatissimo avvocato milanista), “Il problema dei vigili è ampiamente superabile mediante l’intervento della Regione Lombardia in base alla legge regionale n. 6 del 1° aprile 2015 «Disciplina regionale dei servizi di polizia locale e promozione di politiche integrate di sicurezza urbana».”.

gli ricordiamo anche che tale legge prevede che si possa promuovere:

– il coordinamento tra i servizi di polizia locale, in armonia con la normativa quadro in materia di polizia locale e nel rispetto dell’autonomia organizzativa dell’ente locale da cui dipende il personale, per l’erogazione di servizi più efficaci ed efficienti a vantaggio del territorio e della cittadinanza; 

– la collaborazione istituzionale con gli enti locali, territoriali e statali, mediante la stipulazione di accordi, in modo da assicurare, nel rispetto delle competenze di ciascun soggetto, efficaci interventi di sicurezza urbana, polizia amministrativa, tutela ambientale, sicurezza stradale e protezione civile sull’intero territorio; 

Regione Lombardia, a decorrere dal 2003, promuove, con esito positivo, in particolare per la concreta riduzione dell’incidentalità stradale e per la sicurezza urbana, nonché per l’accrescimento di esperienza e professionalità, la pianificazione di operazioni congiunte o anche solo coordinate tra gli operatori delle polizie locali, da eseguire sul territorio regionale per interventi di prevenzione dei rischi in materia di sicurezza urbana, denominati SMART (Servizi di Monitoraggio Aree a Rischio del Territorio). 

Tutto ciò è rinvenibile in uno dei tanti accordi pattuiti tra la Regione e comuni dell’hinterland milanese, “in considerazione del buon esito, consolidatosi negli anni, dei suddetti interventi coordinati di polizia locale, attivati con modalità sovracomunale, e in continuità con l’azione di accrescimento della sicurezza in determinati ambiti territoriali, (si ritiene utile) riproporre tale iniziativa su tutto il territorio della Regione Lombardia, interessando i soli Comuni più “strutturati”, in quanto dotati di almeno 18 operatori di polizia locale e, pertanto, in grado di assicurare una tempestiva e diffusa attuazione dell’iniziativa, con la possibilità, per tali Enti, di coinvolgere Comuni con un minor numero di operatori, per lo svolgimento di interventi congiunti e coordinati di sicurezza urbana e polizia stradale e annonaria“.

Pertanto la sostanza è che Beppe Sala ora le sta provando proprio tutte per poter mettere pezze ai danni che lui stesso ha permesso che fossero perpetrati nel corso degli ultimi 5 anni, cioè da quando AC Milan e FC Internazionale decisero di ragionare concretamente su costi, modalità, progetti per un progetto congiunto di stadio in condivisione.

Dato che in Italia, quando si tratta di edilizia, c’è sempre il vizietto di dilatare i tempi all’infinito con il doppio vantaggio di far aumentare i costi e far perdere la memoria, facciamo una piccola cronistoria:

  • Il 10 luglio 2019 venne compiuto il primo passo operativo, con Milan e Inter che consegnarono al sindaco Beppe Sala lo studio di fattibilità del nuovo stadio, che nelle originarie intenzioni dei club sarebbe dovuto sorgere nella zona adesso occupata dai parcheggi di San Siro e mettendo in preventivo la demolizione del Meazza.
  • Il plan non riguardava la semplice costruzione dello stadio ma la riqualificazione dell’intera area in cui oggi si erge maestosa la Scala del Calcio.
  • Nelle intenzioni dei club vi era la nascita di un vero e proprio distretto, con investimenti per oltre un miliardo di euro, sostenuti da Milan e Inter, a fronte della concessione di un diritto di superficie a 90 anni, da assegnarsi tramite gara pubblica, per la quale le due società, in qualità di proponenti, avrebbero chiaramente un diritto di prelazione.
  • Verso la fine del 2019, gli studi di architettura Populous e Manica/Sportiumpresentano il proprio progetto che prende in considerazione, oltre al nuovo stadio moderno e con i più elevati standard qualitativi, gli elementi del citato nuovo distretto dedicato al retail, allo sport e all’intrattenimento fruibile 365 giorni all’anno, con la contestuale costruzione di 106 mila metri quadri di aree verdi, oltre il doppio rispetto all’attuale area di San Siro.
  • Successivamente, però, i progetti verranno modificati, a causa delle revisioni richieste dal Comune di Milano, che mette dei paletti per la definitiva approvazione dello studio di fattibilità: si chiede, fra le varie cose, il mantenimento di una parte del vecchio San Siro.
  • Alla fine, dopo diverse rimodulazioni, il 21 dicembre 2021 i due club, tramite una nota congiunta, annunciano di avere scelto “La Cattedrale”: è questa la proposta di Populous.
  • nel frattempo sorgono due grossi problemi:
    il primo riguarda due ricorsi presentati al TAR contro la delibera del 5 novembre 2021 che dichiarava di pubblico interesse la realizzazione di un nuovo stadio per Milano e, contestualmente, l’abbattimento di gran parte di San Siro.
    Il secondo è che il Comitato Referendum per San Siro ha avviato a febbraio una raccolta preliminare di 1000 firme, necessarie per presentare un referendum salva-Meazza.
  • Ci fu poi un referendum popolare con discussioni durate un anno con tutti i rappresentanti per il NO al progetto e con parte della popolazione … altri 12 mesi buttati al vento.
  • A questo punto il Milan, con l’avvento di Cardinale e Red Bird, decide di separarsi dall’Inter nel progetto e viste le difficoltà a costruire di fianco a San Siro dirotta le sue attenzioni sull’area dell’ex-ippodromo La Maura. Anche in questo caso sorgono mille complicazioni con la popolazione locale contraria al progetto, l’assessore Monguzzi dei Verdi che organizza catene umane per circondare l’area e opporsi simbolicamente alla cosa.
  • Nel frattempo arriva il diktat di Beppe Sala che spiega come, in ogni caso, San Siro rimarrà intoccabile almeno fino al 2026, anno nel quale vi saranno le Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina, con la cerimonia inaugurale che si terrà proprio nello stadio sorto nel 1926, nell’anno del centenario della sua nascita.
  • Per complicare ulteriormente le cose si presenta la Soprintendenza mettendo un vincolo a San Siro per il secondo anello considerato di valore storico … ergo San Siro non si può più abbattere.

In tutto ciò Red Bird sta andando avanti come un treno in corsa (grazie alla solerzia dell’amministrazione cittadina) per la costruzione della sua “cittadella Milan” nella zona denominata San Francesco nel comune di San Donato Milanese (vedi sempre immagine) dove verrano eretti non solo lo stadio (75.000 posti) ma anche parcheggi (sia sotto lo stadio che esterni), la nuova Casa Milan, un hotel, un auditorium da 3.000 posti, area di food & beverages, un Museo Milan e contemporaneamente verranno potenziate la viabilità e trasformazione della stazione di San Donato in un nuovo hub ferroviario, oltre che un parco pubblico attrezzato all’interno del Parco Agricolo Sud (dove oggi c’è una landa desolata e inutilizzata).

Detto tutto questo, e tornando a bomba, Beppe Sala ora si rende conto che se tutto va come deve andare (e anche a fronte della dichiarazione di Scaroni di Aprile 2023 fa che affermava “Ormai anche le cose più ovvie diventano oggetto di dibattito. Mi chiedono: ‘Perché non ristrutturate San Siro?’. Ci giocano due squadre e ogni quattro giorni entrano 50mila persone. È uno stadio vecchio e obsoleto. Vicino a Milano non c’è un impianto che possa ospitare Inter e Milan. Insomma, non si può fare. Dobbiamo creare spettacolo. E costruire stadi belli da vedere”) San Siro rimarrà un cadavere che cade a pezzi, vincolato dalla Soprintendenza che nega l’abbattimento ma che ovviamente non si fa carico dei costi.

Costi che saranno interamente a carico del Comune di Milano, proprietario dell’impianto sportivo, mentre prima erano pagati dagli affitti che Milan ed Inter sborsavano tutti gli anni.
E naturalmente quando si dice “a carico del Comune” si intende “a carico dei cittadini contribuenti di Milano”.

Per Milan ed Inter non ha senso rimanere in uno stadio obsoleto che l’ultima volta è stato ristrutturato 35 anni fa e che ora ha necessità di inteventi urgenti per la messa in sicurezza.
È stato ampiamente e più volte calcolato che ritrutturare lo stadio di San Siro per adeguarlo agli standard di altri stadi europei o extra-europei costerebbe di più che erigerlo ex-novo e in ogni caso la struttura non sarebbe adeguata alle esigenze delle due squadre.
Inoltre, per i nostalgici: San Siro è la Storia ed è considerato un monumento ma anche in Inghilterra stadi altrettanto famosi sono stati abbattuti e costruiti ex-novo per stare al passo coi tempi.
Ora grazie al vincolo della Soprintendenza non si potrà più fare.
Potrà essere possibile abbattere il terzo anello ma il resto rimarrà … e sarà tutto a carico di Milano e dei suoi cittadini.

L’unica speranza per Beppe Sala e la sua Amministrazione sarà che si possa presentare un nuovo acquirente o un soggetto giuridico che possa acquistare o affittare la struttura, mettendo sul piatto tanti milioni per una ristrutturazione completa, e che trasformi il glorioso San Siro in un’arena per concerti di musica pop e rock…
Vada a finire così, sarà comunque una sconfitta per gli abitanti del quartiere (traffico automobilistico e acustico) e per Sala che rimarrà il sindaco che ha permesso a due gloriose squadre di calcio di abbandonare la loro città di nascita.