L’editoriale del Direttore
Un paio di giorni fa abbiamo dato la notizia di Taremi al Milan. Lo abbiamo fatto noi come molti altri organi d’informazione. Lo abbiamo fatto sulla base di informazioni raccolte da differenti fonti. Sappiamo tutti come è andata e in che modo la vicenda Taremi si è conclusa, sia per i tempi (volocissimi nei suoi continui cambiamenti) che per i modi.
È sempre facile fare mercato stando seduti sul divano o davanti ad un caffè al bar. Nel nostro caso aggiungerei anche che dal divano di casa è facile anche puntare il dito sulle varie fonti d’informazione.
Tornando al mercato invece, non è invece farlo mentre ti chiedono di rispettare determinate condizioni per proseguire nel percorso di risanamento e riorganizzazione della società che sta ben avendo successo da quattro-cinque anni a questa parte.
Se poi aggiungiamo che per principio, e sottolineo giustamente, la tua società non vuole sottostare a determinati ricatti da parte dei procuratori, allora la strada si fa difficile.
Ma il Milan così ha deciso.
Ha deciso che dei procuratori avidi ne fa a meno perché è giusto far capire con chi si ha a che fare e indicare che è una strada percorribile.
Ha deciso che se un giocatore non dimostra il gradimento dei colori rossoneri ma solo quello dei “verdoni” , come si direbbe in gergo fumettaro, allora se ne può fare a meno.
E infine, ha deciso che se si dà la parola ad un altro dirigente sul trasferimento di un giocatore, la si mantiene. A maggior ragione se quel dirigente si chiama Adriano Galliani.
Pioli, dopo aver testato i suoi nuovi giocatori nella pre-season durante le amichevoli, di lusso o meno, ha potuto constatare che Okafor può “ all’occorrenza fare anche la prima punta” ma non è una prima punta. È un ottimo giocatore se impiegato come seconda punta oppure come esterno (specialmente sinistro). Ecco perché ha stabilito che necessitava quindi di una prima punta alternativa a Giroud. (Per inciso: in quale futuro si potrà vedere un mercato chiuso prima dell’inizio del campionato?).
Taremi era un obiettivo ma, avendo disponibile un solo slot per extracomunitari, si era preferito prendere Chukwueze. Poi era arrivata la notizia che i calciatori provenienti dal Regno Unito si consideravano comunitari e pertanto Loftus-Cheek liberava uno slot. Alla richiesta di Pioli, ci si era di nuovo fiondati su Taremi.
Ripeto, sappiamo tutti come è andata: alla fine il Porto aveva accettato la proposta rossonera ma all’ultimo minuto si sono inseriti nuovi procuratori che chiedevano commissioni molto alte e stipendio (si dice) addirittura triplicato per l’attaccante iraniano.
Come detto prima, il Milan a questi ricatti non ci sta. Il Milan vuole dimostrare che si può risorgere e rinascere contando sulle proprie forze e su determinati valori, senza fare debiti, senza ricorrere a mezzucci poco chiari (giocatori dal valore gonfiato ad arte, pagherò in 4-5 anni ecc.) e ci sta riuscendo.
Moncada ha proposto giocatori per un mercato molto mirato su indicazioni di Pioli e Furlani ha condotto trattative in maniera esemplare rimanendo nei parametri indicati dall’azienda. A questo punto, e al momento in cui questo editoriale è pubblicato (ore 11.30 del 1 settembre – n.d.r.) manca la punta chiesta da Pioli. In questi casi però si deve fare, come recita il detto, “buon viso a cattivo gioco” ovvero essere contenti per un mercato che nessuna squadra in Italia ha fatto, averlo fatto senza indebitare le finanze ma con le forze a disposizione (reinvestendo i soldi avuti per Tonali e quelli guadagnati lo scorso anno, scremati da tutte le spese) e dimostrando a tutti che tutto ciò è possibile continuando a crescere.
Chi al posto di Taremi e Colombo? Abbiamo tempo fino alle 20 di questa sera per scoprirlo e per leggere il toto-nomi che i giornalisti sportivi ci propineranno.
L’alternativa si chiama Origi. La dirigenza rossonera, così come il Mister, ha dichiarato che è ai margini del progetto ma lui non ha accettato alcuna delle numerose proposte che erano arrivate per un suo trasferimento. E a questo punto, se così fosse, dovrà dimostrare ciò che davvero sa fare come aveva dichiarato Jürgen Klopp quando il Liverpool lo cedette e Maldini lo volle concedendogli uno stipendio da 4 milioni netti l’anno.
Mentre sto scrivendo questo editoriale passano notizie che il belga sia diretto oggi pomeriggio in Inghilterra per un eventuale trasferimento, non si sa se al Burnley o al Nottingham Forest. Questo significa che una punta arriverà per forza … divertiamoci con il toto-nomi.
Fabio Caserini è tifoso milanista fin dall’età di sei anni, quando Gianni Rivera consegnò lo scudetto al Milan grazie ad un suo goal contro il Brescia.
È Direttore Responsabile di RossoneroBlog e insieme ad altre 5 persone è co-fondatore del gruppo privato Facebook Casa Rossonera
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