Titolo: #CardinaleOut ed altre corbellerie
“Gemendo siamo venuti al mondo. Quando si nasce si piange perché ci si ritrova in questo palcoscenico di matti.” Amleto – (William Shakespeare)
Citando un pezzo di quella grande tragedia che è l’Amleto di Shakespeare, la tifoseria rossonera era davvero un “palcoscenico di matti” e lo era ancora prima che il calciomercato estivo iniziasse.
“Ahh, mio Dio! Ci hanno soffiato Thuram!”… “Ahh, nooo! Frattesi non viene!”… “Oooh! Vendono tutti i nostri pezzi pregiati e ci riducono ad una squadra di mezza classifica come una Udinese qualsiasi!”… “Milan beffato!!!” …..
Queste erano le frasi o le esclamazioni ripetute tutti i giorni, mentre a tutti sembrava che Geoffrey Moncada e Giorgio Furlani non facessero una mossa. Chiamati ad un ruolo sostitutivo di Paolo Maldini e Ricky Massara , con Moncada chiamato ad individuare i profili giusti e Furlani ad imbastire e concludere le trattative, l’impressione che la maggioranza della tifoseria milanista aveva era di due sprovveduti buttati nella mischia senza capire cosa dovessero fare.
Mentre il sottoscritto continuava imperterrito a ripetere a tutti che il Milan aveva un progetto e continuava a dire che nessuno uomo sano di mente avrebbe speso 1 miliardo e 200 milioni (facendosene prestare la metà dal suo venditore) per comprare una realtà famosa come il Milan e poi distruggerla, tutti invece erano dell’idea che il Milan era stato acquisito da un branco di incapaci diretti da un essere spregevole che pensava solo a far soldi.
Ed ecco che infatti, tra un hashtag out e l’altro, che comincia ad apparire il primo nome. Quel Ruben Loftus-Cheek che tutti davano per dimenticato perché in precedenza trattato dall’epurato Paolo Maldini, però in realtà pista mai abbandonata ma solamente lasciata decantare. Con un blitz il 27 giugno l’accordo viene trovato sia con il Chelsea che con il forte mediano. Contemporaneamente si tratta Christian Pulisic.
Nel frattempo, il giorno dopo (28 giugno), arriva Luka Romero, il talentuoso argentino che finisce al Milan e non in altre squadre. Lotito (presidente della Lazio) rifiuta una commissione da 5 milioni a Fali Ramadani, agente di Romero (ma anche di Rebic), per il rinnovo della “piccola Pulce” e allora si inserisce Furlani che promette una commissione al procuratore se fa arrivare Romero al Milan e sistema Ante Rebic in uscita. Fatta anche questa.
Il tutto mentre lo stesso Giorgio Furlani, attualmente amministratore delegato del Milan ed ex portfolio manager del fondo Elliot (non un cog**one qualsiasi), rimuove il limite di spesa per gli acquisti mantenendo il tetto massimo relativo agli stipendi. Questo gli consente più potere di spesa e di gestire le situazioni salariali all’interno della squadra senza creare malcontento tra i giocatori.
Poi il 7 luglio Furlani chiude con il Chelsea per l’arrivo di Christian Pulisic a 22 milioni bonus compresi. Ottimo giocatore, 24enne, capitano della nazionale USA ma in possesso di passaporto croato e quindi comunitario ( la pista Chukwueze – che invece è extracomunitario – in quel momento rimane viva). Terzo rinforzo …
“eh ma Marotta, lui sì ….”
Il 15 luglio, dopo una lunga trattativa tira-e-molla i rossoneri chiudono per il centrocampista olandese Tijjani Reijnders dal AZ Alkmaar. Il Milan aveva già da qualche giorno l’intesa con il giocatore (1,7 milioni a stagione per un quinquennale) mentre all’AZ Alkmaar vanno 20 milioni più 5 di bonus per il trasferimento a titolo definitivo. Quarto rinforzo per il Milan ma contando anche l’arrivo di Marco Sportiello dall’Atalanta come secondo portiere a questo punto possiamo dire quinto rinforzo.
Praticamente, con poco di più della cifra richiesta dal Sassuolo per Frattesi, il Milan ha fatto arrivare Loftus-Cheek dal Chelsea e Reijnders dal AZ Alkmaar … e pensate un po’ non sono nemmeno interisti !!
il 22 luglio con un blitz Noah Okafor del Salisburgo è ufficialmente un giocatore rossonero! Attaccante versatile e veloce che sa giocare sia come ala sinistra che come punta centrale. Sesto rinforzo per il Milan.
Il 26 luglio, dopo una lunga trattativa, il Milan acquista Samuel Chukwueze dal Villareal, una forte ala destra nigeriana cresciuta nel Sottomarino Giallo e cercata sia l’anno scorso che quest’anno anche da Real Madrid, Atletico Madrid, PSG e West Ham. “Eh, però Marotta … forse arriva Sommer al posto di Onana…” … nel frattempo siamo arrivati a sette rinforzi.
Sette rinforzi in un mese. Nel frattempo c’è stata di mezzo la tournée americana all’interno del Soccer Champions Tour che ha dato buone indicazioni. Il mercato del Milan comunque non si è fermato e intanto già si parlava di Alejo Veliz, 19enne di proprietà del Rosario Central. Forte fisicamente e dall’innato fiuto del gol il giovane centravanti argentino era già nel mirino delle “solite grandi”, e si continuava a cercare di ingaggiare un rincalzo per Theo Hernandez e soprattutto Yunus Musah, forte centrocampista del Valencia.
Infatti con un’operazione (anche questa lunga ma ben condotta da Furlani) da 20 milioni di euro più 1 di bonus (invece dei 25 richiesti), Yunus Musah diventa l’ottavo rinforzo per il Milan di Pioli il 30 luglio. Otto rinforzi …. il Milan in quel momento è la squadra più attiva sul mercato.
Non contenti il 22 agosto arriva dal Platense il nono rinforzo, quello che si può considerare “l’acquisto in prospettiva”: Marco Pellegrino, centrale difensivo argentino (ma anche con il passaporto italiano) , 21enne di 184 cm pagato 3,50 milioni. Quello che in gergo tra i milanisti si chiama una “moncadata”, facendo riferimento alle scoperte che Geoffrey Moncada continua a scovare con il suo Team Scouting.
Infine arriviamo al capitolo “seconda punta”. Pioli, dopo aver provato i nuovi in pre-season, sia in USA che in Italia, realizza che Noah Okafor non può essere il sostituto di Giroud ma casomai di Leao e che può “anche” agire come prima punta ma non è il suo ruolo principale. Chiede quindi a Furlani un centravanti da alternare a Giroud. La storia la conosciamo: il nome di Mehdi Taremi, cercato in luglio ma poi lasciato andare per far occupare l’ultimo slot da extracomunitario a Chukwueze, viene ripescato perché si libera ulteriore slot in quanto Lotus-Cheek (inglese) viene ora considerato comunitario. Alla fine dopo un lungo tira-e-molla Taremi o il Porto la fanno fuori dal vaso e il Milan, in una forsennata ricerca ad un nome valido per accontentare Pioli, ripiega su Luka Jovic. Il decimo acquisto del Milan arriva a titolo definitivo dalla Fiorentina.
Dando due schiaffi in faccia a tutti i denigratori che accusavano Cardinale e la Red Bird capaci solo di speculare e pensare solamente “a far soldi” (“Cardinale prenderà gli 80 milioni guadagnati dall’affare Tonali, se li mette in tasca per pagare gli interessi a Elliott del prestito ricevuto per acquistare il Milan” era una frase ricorrente tra alcuni tifosi e persino qualche opinionista) in bella sostanza il fondo americano ha stanziato per il mercato estivo circa 40-50 milioni puliti (cioè prelevati dall’incasso della stagione e in linea con quanto investito – al netto delle cessioni – un anno fa) ai quali sono stati sommati i 70 milioni provenienti dalla cessione di Tonali (cioè 80 milioni depurati dalla cifra di rivendita che spetta al Brescia e da commissioni all’agente) per un totale di 110-120 milioni pronti all’uso.
Tutto quanto senza fare debiti …. vero Inter? (ma i 6 milioni per Sommer li hanno poi pagati a rate?) Ma l’importante era vedere il Corriere dello Sport che titolava “Samardzic all’Inter. Che colpo: Marotta anticipa tutti (- tutti chi? -) e regala a Inzaghi il talento serbo” … per carità, era un buon colpo ma come sempre Marotta appariva il genio del mercato e tutti gli altri dei dilettanti (poi sappiamo che fine ha fatto Samardzic … un giocatore che evidentemente ha ispirato Taremi)
Ad ogni modo, Furlani con il gran supporto di Moncada ha saputo operare nel mercato dei trasferimenti (ambiente che non conosceva) essendo ben preparato invece nelle trattative, fino a ottenere ciò che voleva o meglio ciò che Stefano Pioli chiedeva da mesi: giocatori d’alto profilo per costruire un Milan sempre più competitivo, di muscoli, ritmo e qualità.
Ha dichiarato “no, a queste cifre ci ritiriamo” al Sassuolo per Frattesi senza allungare il discorso (oppure al Porto o Taremi che sia), ha vinto un doppio braccio di ferro con il Chelsea (Loftus-Cheek e Pulisic) risparmiando una buona manciata di milioni che sono stati utili per l’acquisto della punta, si è giocato bene la carta dei bonus e ha stretto mani alle “cifre limite” definite con la proprietà.
In tutto il periodo del mercato abbiamo avuto la sensazione che Giorgio Furlani abilmente abbia messo da parte un piccolo “tesoretto” (che brutto sostantivo, spesso abusato dai “giornalai”) limando sapientemente il budget su ogni operazione di modo da poter agganciare il prima possibile un top profile per l’attacco. Non è andata come nelle previsioni ma Luka Jovic saprà dire la sua, vedrete.
Naturalmente senza dimenticare che anche il mercato in uscita ha dato le sue soddisfazioni: degli esuberi dichiarati (tanti) è rimasto il solo Mattia Caldara. Tutti gli altri sono stati sistemati altrove, senza quindi gravare sulle casse per la stagione appena incominciata.
Il tutto poi con una squadra che nelle prime tre di campionato, e in vista di un derby e sfide di Champions importanti, ha inanellato tre vittorie molto convincenti e sta facendo enormi progressi, facendo un grande upgrade rispetto all’edizione 22-23. La paura era la difficoltà di amalgama dei nuovi giocatori con quelli già in squadra ma Pioli ha dimostrato di sapere esattamente come vuole che il Milan giochi.
La linea di RedBird è chiara a tutti, a parte a chi non vuole capirlo: il Milan a fine mercato si ritrova in spogliatoio 10 nuovi volti, gran parte dei quali fino a ieri legati ad altri club; per ognuno di questi il massimo spendibile è stato 20-25 milioni di euro, con pochissime eccezioni. Il fine è l’auto-sostenibilità e la dimostrazione è che con questo metodo si può alzare l’asticella ogni anno, per una crescita costante che porterà di nuovo il Milan al top e soprattutto in pianta stabile tra le big europee.
Con buona pace di tutti coloro che continuano ad essere scettici e a pensare che per fare squadre vincenti ci vogliono le “figurine” e che per risanare società ci vogliono gli emiri.
A volte si tratta solo di saper attendere…
Fabio Caserini è tifoso milanista fin dall’età di sei anni, quando Gianni Rivera consegnò lo scudetto al Milan grazie ad un suo goal contro il Brescia.
È Direttore Responsabile di RossoneroBlog e insieme ad altre 5 persone è co-fondatore del gruppo privato Facebook Casa Rossonera
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