Milan e Inter continuano a lavorare insieme per la costruzione del nuovo stadio, anche se per il momento non è ancora arrivata l’accelerata decisiva che rossoneri e nerazzurri si aspettavano dopo la rielezione del sindaco Beppe Sala. Rossoneri e nerazzurri spingono per non allungare i tempi pertanto, visti i continui intoppi, stanno valutando anche la possibilità di trasferire il progetto in un’altra area.
Le possibilità sono tre: la migliore alternativa sembra essere l’area ex Falck di Sesto San Giovanni. Secondariamente si sarebbero già individuate altre aree simili sia a Segrate che a San Donato. Tutti e tre sono comuni limitrofi a Milano, così vicini che possono essere considerati facenti parte del Comune.
Sia Sesto San Giovanni che San Donato possono essere raggiunte com la Metropolitana Milanese, rispettivamente con linea rossa e linea gialla. Segrate avrebbe una stazione ferroviaria e verso questo comune si realizzando un’altra linea di metropolitana.
Da parte del Comune di Milano c’è la volontà di portare avanti il progetto, ma prima è necessario il coinvolgimento della popolazione della quartiere San Siro e così il sindaco Beppe Sala ha aperto nei mesi scorsi la strada all’avvio di un dibattito pubblico, procedura prevista dalla legge nazionale e obbligatoria per le opere superiori ai 300 milioni.
Nelle ultime ore da Palazzo Marino, sede del Municipio milanese, è filtrata la ferma volontà di far durare il “dibattito pubblico” al massimo otto mesi, lasciando così aperta la possibilità di iniziare i lavori nel 2023. Come detto però Milan ed Inter intanto non intendono restare ferme a guardare. Non è casuale che rossoneri e nerazzurri siano vicini a nominare Beppe Bonomi come coordinatore del progetto Nuovo Stadio: la Gazzetta dello Sport infatti riporta il nome del manager che dovrebbe trasformare la Cattedrale in realtà, lo stesso manager che gestì la trasformazione delle ex acciaierie Falck a Sesto San Giovanni.
Il comune intanto sta lavorando per fare in modo che lo stadio Meazza di San Siro non rimanga una cattedrale vuota a carico delle casse del municipio. Le due società di calcio dal 2015 hanno versato circa 45 milioni euro per l’affitto. Lasciarlo in piedi a carico del Comune per eventualmente trasformarlo in un’area per concerti costerebbe il triplo delle attuali spese e questo Milano non può permetterselo.
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