Le ragioni tecniche, e non solo, per le quali i rossoneri hanno fatto, stanno facendo o tentando di fare i colpi di cui tutti parlano
Uno dei leit motiv che ha accompagnato il Milan della scorsa stagione è stato “buona squadra ma non dal livello tecnico altissimo”. A giustificare questa affermazione è stata proprio la stagione dei rossoneri che, mentre hanno condotto un percorso in Champions League diremmo esaltante (quantomeno rispetto al recente passato) raggiungendo la semifinale contro l’Inter, in campionato invece hanno fatto fatica specialmente contro le formazioni da parte destra della classifica.
E anche nella semifinale questa affermazione è venuta di nuovo fuori proprio perché i nerazzurri sono sempre stati ritenuti tecnicamente migliori e sicuramente fisicamente più forti. In questo caso diremmo più la seconda cosa che la prima … ma tant’è.
Al momento attuale, in cui stiamo scrivendo questo articolo, il Milan ha finito la scorsa stagione perdendo per infortunio uno dei suoi centrocampisti più forti, quel Ismael Bennacer che se tutto va per il verso giusto si presenterà in campo per dicembre … ma poi sparirà di nuovo a gennaio per la Coppa d’Africa.
Inoltre, ma è storia ormai arcinota, Sandro Tonali si è accanto al Newcastle facendo in modo di fare arrivare nelle casse del Milan la bellezza di 80 milioni.
Pertanto fino quasi alla fine dello scorso mese la squadra di Stefano Pioli era orfana totalmente del centrocampo titolare mentre uno degli obiettivi dichiarati fin dalla fine della passata stagione era quello di cercare una punta centrale alternativa a Olivier Giroud. Con l’uscita di Paolo Maldini e Ricky Massara dalla dirigenza sportiva del Milan, la ricostruzione della squadra è stata affidata a Giorgio Furlani, amministratore delegato con facoltà di derogare spese più importanti oltre quelle previste dal budget (senza però andare ad intaccare il monte ingaggi previsto), e Geoffrey Moncada, che tutti sappiamo essere il capo scouting espertissimo nel cercare giocatori funzionali al gioco imposto dall’allenatore.
L’organizzazione cambia
È in quel momento che l’organizzazione del Milan verso la squadra vira verso un cambio totale. Il Direttorie Tecnico ed il Direttore Sportivo spariscono come figure all’interno dell’organigramma, le loro funzioni vengono assorbite come figure principali appunto da Furlani e Moncada ma in realtà è il lavoro corale di tutta l’organizzazione che concorre alle decisioni per l’area tecnica.
Difatti anche il ruolo di Stefano Pioli cambia e da “semplice” allenatore e tecnico dei giocatori diventa un manager del team come ad esempio sono quelli delle squadre in Premier League. Un uomo cioè in grado di dire la propria e di indicare quali sono i giocatori da comprare e quali da vendere secondo il gioco che intende dare alla squadra. Il tutto però in strettissima collaborazione con Furlani, Moncada e l’avvallo di Cardinale e del CdA.
Ecco quindi quale è stata l’occasione per aver preso poi una serie di decisioni quali, ad esempio, aver accettato di vendere Tonali fino ad un mese prima considerato “capitan futuro” e rappresentante del “milanista intrinseco” del giocatore ideale in rossonero.
È il team tecnico-economico che decide la conformazione della squadra in base alle indicazioni di Pioli, coadiuvate da Moncada ed il suo fortissimo reparto ed avvallate (o meno) da Furlani e Cardinale.
Fatto questo quadro della situazioni ci si trova quindi, come detto poc’anzi, a sostituire Tonali e Bennacer facendo conto che a centrocampo sono rimasti solo Rade Krunic e Tommaso Pobega. Senza dimenticare che anche il reparto portieri viene parzialmente rivoluzionato con l’uscita di Ciprian Tatarusanu, sostituito da Marco Sportiello (ottimo il suo finale di stagione all’Atalanta), e l’uscita temporanea poi rientrata (perché ha rinnovato ancora per un anno) di Antonio Mirante.
Mentre la difesa rimane saldamente ancorata ai suoi capisaldi e avrebbe forse necessità di un rinforzo a sinistra in caso di assenza di Theo Hernandez, il nostro centrocampo sta per essere totalmente rivoluzionato. È arrivato dal Chelsea il forte centrocampista “box-to-box” Ruben Loftus-Cheek-Cheek, un giocatore di fisico (192 cm) in grado di essere impiegato in più zone differenti della mediana. Notizia di ieri è la conferma dell’arrivo di Christian Pulisic, anch’egli dal Chelsea, 24enne americano (ma con passaporto croato) in grado di essere impiegato come ala destra o sinistra ma anche come trequartista.
Si sta aspettando a giorni la conclusione positiva della trattativa in essere con l’AZ Alkmaar per l’olandese Tijjani Reijnders, anche lui un centrocampista versatile abile a giocare sia come mediano classico che come centrale avanzato.
In avanti al momento ci sono due certezze che si chiamano Rafael Leão e Olivier Giroud, due elementi che sono sempre al servizio della squadra e che insieme con i loro goal (15 per il primo e 13 per il secondo) hanno contribuito al raggiungimento del 4° posto in campionato e della semifinale di Champions League. Nei disegni di Pioli e Moncada, là davanti mancano altre due pedine importanti: una punta centrale forte e che sappia dialogare con i compagni e un’ala destra in grado di saltare l’uomo e rendersi pericoloso in avanti rifornendo appunto il centravanti o i compagni che possono andare a rete, in pratica una versione di Leão che giochi sulla destra.
Il secondo ormai è stato individuato in Samuel Chukwueze, nigeriano del Villareal, davvero forte e di fisico. Sarebbe davvero un grande acquisto per il Milan però in questo momento per farlo arrivare ci sono due problemi: il primo è che il Villareal non intende scendere al di sotto di quota 30 milioni (valutazione che ha fatto per il suo attaccante), mentre il Milan finora si è spinto fino a 25, ed il secondo è che è un extra-comunitario che quindi andrebbe ad occupare l’ultimo slot disponibile impedendo così un eventuale arrivo di un altro giocatore qualora se ne presentasse la necessita. In alternativa si fanno i nomi del 20enne Nico Williams (Athletic Bilbao) o del 22enne Gustav Isaksen (FC Midtjylland) , entrambe forti ed entrambi comunitari.
Analizziamo quindi come si va a presentare il Milan edizione 2023/24 del nuovo “manager” Stefano Pioli.
Innanzitutto possiamo dire che in assenza di Tonali e Bennacer dobbiamo considerare la natura di jolly di Loftus-Cheek, le cui doti fisiche e atletiche, unitamente alla corsa, potrebbero tornare utili in diverse zone della metà campo. Inoltre, se è vero come appare, Reijnders in coppia con l’inglese garantirebbe di riempire quel buco lasciato da Bennacer con funzione di regia del centrocampo. Pulisic agirebbe sull’angolo destro del triangolo formato appunto da questo trio. Terzetto che nelle proprie squadre di provenienza si è distinto (ognuno singolarmente, ovvio) in dinamismo e passaggi filtranti decisivi e comunque in grado di interscambiarsi le posizioni.
Questi andrebbero ad alimentare direttamente la punta centrale oppure allargherebbero sulla fasce per Leão e Chukwueze (o chi ne prenderà il posto) sempre per attaccare gli spazi e favorire il centravanti o andare a rete in autonomia.
A questo punto chi sarà l’attaccante centrale in aggiunta oltre al francese Giroud è ancora un mistero ma una cosa è certa: dovrà essere un giocatore che collabora all’azione corale d’attacco e non un semplice uomo d’area e da rapina come può essere ad esempio Mauro Icardi. In questo senso quindi, prendendo in esame dei nomi già sulla bocca di tutti da settimane, si fanno i nomi di Gianluca Scamacca del West Ham oppure Alvaro Morata dell’Atletico Madrid.
Tra i due quello che sarebbe l’ideale per ciò che sta per nascere sarebbe lo spagnolo. Il suo cartellino ha un costo abbordabile (12 milioni di clausola rescissoria) ma dovrebbe ridimensionare le sue pretese sull’ingaggio (attualmente 9 milioni) ma Morata è sicuramente un attaccante molto collaborativo alla manovra d’attacco in grado anche di mettere i compagni in grado di segnare, ha 30 anni e un lungo curriculum internazionale.
Scamacca invece è più attaccante in grado di puntare a rete se ben servito. Meno esperto, avrebbe però il vantaggio di essere italiano e avere qualche anno in meno di Morata. Un neo importante: ha dichiarato ufficialmente di voler ritornare a Roma, al contrario di Morata che ha rifiutato una corposa offerta dall’Arabia per potersi accasare al Milan.
In ogni caso in un Milan costruito così, sia uno che l’altro non avrebbero difficoltà a trovarsi in grado di segnare. Nel frattempo si lavora anche per arricchire la panchina e naturalmente sul mercato in uscita. Oggi Torino e Milan hanno cominciato a parlare di Junior Messias. I granata offrono 8 milioni, i rossoneri ne vogliono 10. Sempre in uscita: un interesse del Bologna per rinforzare la sua mancina con Fodé Ballo-Touré mentre il Milan si interessa a Ivan Fresneda del Valladolid (rincalzo per Calabria o Theo Hernandez) ma la concorrenza è in aumento.
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