
(Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

Giugno 2021. Gigio Donnarumma, prodotto del vivaio rossonero e considerato tra i migliori portieri d’Italia, lascia il Milan a parametro zero. Destinazione: Paris Saint-Germain.
Una scelta che molti lessero come un tradimento. Ma dietro a quella decisione c’erano i soldi – tanti – e la promessa di trofei internazionali, mai arrivati fino a quel momento al club francese.
La reazione dei tifosi? Prevedibile: accuse alla società, colpevole – a loro dire – di non aver fatto abbastanza per trattenere il suo gioiello. Il futuro appariva cupo, la domanda inevitabile: chi lo sostituirà?
La risposta fu un nome poco noto in Italia: Mike Maignan, portiere del Lille. Il resto è storia.
Giugno 2025. Quattro anni dopo, la storia sembra ripetersi. Stavolta è proprio Maignan, oggi tra i migliori portieri d’Europa, a voler cambiare aria. La destinazione? Chelsea.
Secondo la stampa sportiva (con le dovute cautele), il motivo sarebbe un mancato rinnovo: dopo un’intesa verbale, la firma non è mai arrivata.
E allora, sul piatto della bilancia, pesano altre prospettive: Premier League, Champions League e uno stipendio doppio rispetto a quanto richiesto al Milan.
Ancora una volta, i tifosi puntano il dito contro la dirigenza, incapace – secondo molti – di trattenere un pilastro.
E ancora una volta, torna la stessa domanda: chi lo sostituirà?
Si fa il nome di Mile Svilar, portiere della Roma.
Ma siamo sicuri che sia sempre e solo colpa della società?
In entrambi i casi, Donnarumma e Maignan – o meglio, i loro entourage – hanno fatto ciò che qualunque professionista farebbe: massimizzare il guadagno nel periodo (relativamente breve) di carriera a disposizione.
E onestamente, chi di noi rifiuterebbe un’offerta che promette il doppio dello stipendio, benefit inclusi?
Certo, la gestione recente della società rossonera lascia spazio a critiche. L’ultima stagione è stata deludente, con errori tecnici e strategici evidenti. Ma qualche segnale positivo si intravede: l’arrivo di un direttore sportivo e di un allenatore più solidi potrebbe essere l’inizio di un percorso diverso, magari più coerente.
La speranza è che si impari dagli errori, perché il tempo per le scuse è finito.
Tuttavia, serve anche un cambio di mentalità da parte dei tifosi.
Pensare che un calciatore possa “attaccarsi alla maglia” per tutta la carriera è un’illusione romantica ormai fuori tempo massimo. I giocatori, oggi, sono aziende. Investono sul loro talento, capitalizzano, incassano, si spostano dove conviene.
E lo fanno – diciamolo chiaramente – per interesse personale. Non per dispetto, non per mancanza di amore verso i colori. Perché così funziona il calcio moderno.
Un’ultima riflessione. Quando l’Inter vendette Onana al Manchester United, la tifoseria insorse. Lo sostituirono con Sommer, etichettato da molti come “scarto del Bayern”.
Risultato? Lo svizzero si è rivelato addirittura più affidabile e meno costoso.
Nel calcio, le uscite pesano. Ma spesso, sono le entrate intelligenti a fare la differenza.

Articolo di
Fabio Caserini è tifoso milanista fin dall'età di sei anni, quando Gianni Rivera consegnò lo scudetto al Milan grazie ad un suo goal contro il Brescia.
È Direttore Responsabile di RossoneroBlog e insieme ad altre 5 persone è stato co-fondatore del gruppo privato Facebook Casa Rossonera.
Oggi è fondatore del gruppo privato Facebook Rossonerologia
Scopri di più da RossoneroBlog
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.
Altri articoli
Il calcio moderno: più partite, più soldi, meno anima
Milan, i big se ne vanno: cessione o strategia? Intanto parlano i tifosi
Il vento può cambiare. Con Tare, il Milan prova a ritrovare la rotta